Santa Maria del Monastero

Santa Maria del Monastero

La chiesa, di proprietà comunale, fu il primo luogo di culto di Manta ed è uno dei più antichi monumenti cristiani del Piemonte sud-occidentale e le sue origini appaiono legate all’Abbazia di Pedona, oggi Borgo San Dalmazzo, che vantava numerose fondazioni religiose nel cuneese e nel saluzzese. Venne edificata con annesso un convento di monaci benedettini (da qui il nome di Santa Maria del Monastero) e le caratteristiche architettoniche consentono di collocare la costruzione negli ultimi decenni dell’XI secolo. Il monastero fu distrutto per lasciare posto ad una fornace di mattoni, da molto tempo anch’essa scomparsa. Nel XV secolo assunse il ruolo di cappella cimiteriale per le “ famiglie importanti“ del  paese. A tal fine venne sopraelevato di circa 90 cm. il livello della pavimentazione originale. Conservò questa funzione per secoli e si può ancora notare una lapide del 1539.

Fu frequentata fino al 1673, quando si aprì al culto l’attuale parrocchia di Santa Maria degli Angeli, dalle genti di pianura, mentre la popolazione della collina usava raccogliersi nella parrocchiale annessa al castello.

Nel corso dei secoli, come testimoniano le relazioni di visite pastorali, venne assai trascurata. Solo nella seconda metà del 1700 si verificò un rinnovato interesse per la chiesa, che si concretizzò con il rifacimento della facciata, la costruzione del campanile, la copertura dell’abside centrale con una volta a spicchi, con la posa dell’altare che è un classico esempio del barocco saluzzese di quell’epoca. Nell’800 non venne praticamente più usata e subì un grave progressivo degrado.

Nel corso della seconda guerra mondiale venne utilizzata come comando militare di artiglieria alpina e poi come presidio di truppe tedesche, infine come deposito e magazzino. In quegli anni si verificarono gravi danni alle pitture parietali.
Fu soltanto a partire dagli anni 1970 che ebbero inizio gli interventi di conservazione con un primo restauro degli affreschi, staccati per essere poi conservati, parte in Casa Cavassa di Saluzzo, parte alla Galleria Sabauda di Torino, sino al 2001.

Nel 1986 venne completamente rifatta la copertura lignea a capriate, poi si procedette al risanamento dell’abside centrale, alla sostituzione dei serramenti e al rifacimento del pavimento, oltre che ad un importante lavoro per ovviare all’infiltrazione di umidità sul lato nord.

Un’importante serie di lavori ha interessato nel 2006 e 2007 sia l’esterno che l’interno dell’edificio. Al suo interno sono stati ricollocati nella navatella destra, loro luogo di origine, gli affreschi strappati nel 1979. Anche l’abside centrale ed il relativo altare sono stati ripuliti e ridipinti, ripristinando l’effetto “trompe l’oeil” molto gradevole ed efficace.

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